La ditta individuale costituisce una delle forme di partita Iva che vengono maggiormente realizzate e aperte in Italia, per lo svolgimento dei numerosi lavori nel campo imprenditoriale relativo all’artigianato o al commercio. Ovviamente, come tanti altri lavori che sono regolati da un impianto burocratico e fiscale, anche quello del libero professionismo con la relativa ditta individuale richiede delle caratteristiche che dovranno essere seguite a proposito di codici e figure professionali a cui affidarsi, comportamenti dal punto di vista legislativo, requisiti, svolgimento di determinate attività, costi da sostenere e tanto altro. È ovvio che non tutti conoscano il mondo delle partite IVA, a meno che non abbiano un’infarinatura dal punto di vista normativo o conoscano un commercialista che possa supportare immediatamente nella propria attività.
Naturalmente, sul web è possibile ottenere delle risposte a interrogativi di diverso genere: ad esempio, facendo affidamento ad una piattaforma di Star Casinò, si conosceranno anche dei giochi molto divertenti, mentre in termini burocratici e fiscali si consiglia di dare uno sguardo alla guida presentata di seguito.
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Che cos’è la ditta individuale e come aprirla
Prima di entrare nel merito di quelli che sono le diverse attività che interessano la ditta individuale dal punto di vista burocratico, una buona specifica iniziale guardare quelle precise definizioni lavorative che sono interessate da questa partita IVA, che viene aperta, come si diceva precedentemente, nella maggior parte dei casi. In termini burocratici, secondo l’ordinamento italiano in materia di diritto economico, la ditta individuale interessa commercianti e artigiani, con i primi che interessano liberi professionisti, dettaglianti, ambulanti, venditori porta a porta, grossisti, ma anche gestori di e-commerce. Gli artigiani, invece, possono essere di diverso genere, a partire dagli operai nel settore di fabbriche, come fabbri, falegnami o meccanici, fino ad altri lavoratori come imbianchini, lavoratori nel settore alimentare, estetisti, parrucchieri o lavoratori nel campo digitale, come copywriter, gestori di siti e domini e tanto altro.
La ditta individuale, dal punto di vista burocratico, è l’esercizio professionale di un’attività economica il cui fine è la produzione e lo scambio dei beni, per cui l’apertura della partita Iva risulta essere finalizzata a questi obiettivi, oltre che nell’organizzazione dei beni e delle risorse di un lavoratore. Infine, regola anche il principio della sistematicità, ovvero la professionalità che avviene con un certo tipo di regolarità, ad esempio con un lavoro che si effettua giorno per giorno o una volta al mese.
I passaggi da seguire per aprire una partita IVA
Per generare l’apertura di una ditta individuale sarà necessario possedere una partita Iva, il cui processo di apertura è il medesimo, indipendentemente dalla tipologia di esercizio. In primo luogo, sarà necessario provvedere con l’apertura della partita Iva, poi con la registrazione al registro delle imprese e all’Inps. I costi da sostenere per l’apertura di una ditta individuale variano a seconda del codice ateco, un codice di sei cifre che interessa la tipologia di attività che vuole essere sostenuta, con una tassazione differente che va dal 5% al 43%, su un imponibile che varia, anche questo, in base al lavoro, a seconda dell’ordinamento italiano.
Alcune categorie, ad esempio, sono privilegiate come avviene nell’ordine dei giornalisti o degli insegnanti, presentano una tassazione minore rispetto ad altri lavoratori indipendenti, mentre il regime varia a seconda dei costi da sostenere nel breve e nel lungo periodo, con un regime forfettario che prevede il pagamento con imposte ridotte per cinque anni e i regimi più completi che, invece, richiedono una delle imposte fisse da pagare, a differenza delle altre che sono regolate in base al profitto annuale. Ovviamente, come sempre il consiglio è quello che porta a riferirsi ad un commercialista per avere delle maggiori informazioni in merito.